Shantaram è la storia dell'autore stesso, la sua vita da fuggitivo a Bombay. Lo seguiamo negli slum, nella prigione indiana, nelle profondità della malavita e nella guerra dell'Afganistan.
Però, oltre alle ricche avventure, il vero filo conduttore del libro è l'amore. L’amore come forza di trasformazione e di arricchimento dello spirito. E’ così che Lin (il nome datogli a Bombay) impara a darsi, a lasciar andare, a perdonare, a liberare e liberarsi. E per questo sembra di aver bisogno delle contraddizioni, della gente, dei tramonti poetici, del caos e forza di questa città che gli diventa casa. Ed ogni passo è un passo profondemente vissuto.
Perchè la vita è così. Procediamo a piccoli passi. Rialziamo la testa e torniamo ad affrontare il volto feroce e sorridente del mondo. Pensiamo. Agiamo. Sentiamo. Diamo il nostro piccolo contributo alle maree del bene e del male che inondano e prosciugano la terra. Trasciniamo le nostre croci ammantate d’ombra nella speranza di una nuova notte. Lanciamo i nostri cuori coraggiosi nelle promesse di un nuovo giorno. Con amore: l’appassionata ricerca di una verità diversa dalla nostra. Con struggimento: il puro, ineffabile anelito di essere salvati. Poiché fino a quando il destino continua ad aspettare, continuiamo a vivere. Che Dio ci aiuti. Che Dio ci perdoni. Continuiamo a vivere.
Brussellando del 16 luglio 2013
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