giovedì 8 gennaio 2009

La giallistica di Gordiano Lupi

Di Patrizia GAROFALO

Testi analizzati “ Nero Tropicale” “Orrori Tropicali” “Avana Killing”


Il genere giallistico si sviluppò in letteratura nella seconda metà del XIX secolo ed indica la descrizione di un crimine e dei personaggi coinvolti, siano essi criminali o vittime.

Con diverse accezioni e sottogeneri conosce un grande sviluppo e molto presto diventerà non solo “ la pagina gialla della Mondatori”ma conoscerà la via del cinema e del fumetto di scrittori e registi di alto livello.

E’ comunque difficile incasellare in un genere preciso la produzione di Gordiano Lupi che ha un andamento in crescendo con la suspance che a tali narrazioni compete insieme ad un attenta e scandagliante ottica che accompagna i personaggi e i luoghi che vivono nei suoi libri.

Già scrittore di “serial killer” e “ coppie diaboliche” , l’autore, anche quando passa alla finzione, non si ferma ad una consolidata omologazione di genere ma indaga sull’uomo diventando lui stesso

regista-protagonista di un’analisi del crimine che diventa analisi del dolore e del male, a cui, lui stesso dice, c’è sempre un perché. Anche quest’ultima etiologia del male è soprendente , proposta quasi con la pietas che comunque sempre si deve alla persona umana, trattata con rispetto e sofferta. I testi si ampliano di panoramiche a grand’angolo;

E tornano il mare di Cuba, la luna dei luoghi dell’anima, la terra che ama, la sua povertà e rassegnazione, la santeria , le tradizioni, il rispetto di un mondo crudele e magico. Spesso i crimini o meglio la cosiddetta scena del delitto ha la luna come unica testimone , il rumore delle onde e l’odore del sangue che mano mano si rapprende e si scurisce Sono testi che si leggono con interesse ma si com-prendono con i sensi ; anche per questo la lettura avvince molto spesso anche chi non sia uso a tale genere.

Le leggende trasportano il lettore in un atmosfera surreale e quanto “si dice e si raccomanda sulla ceiba”, diventa realtà possibile, spiazzante, intrigante. Molto dell’autore che ha scritto e scrive su Cuba con passione da anni, fa da teatro e palcoscenico alle storie dei romanzi noir e forse per questo l’indagine umana, pur rispettando le regole del romanzo d’intreccio,( schema di todoroff ) ha la prevalenza.

Ho in mente “ dieci piccoli indiani” e le modalità di Agata Cristie alla quale non interessa l’identità delle vittime ma i loro perché, mi fanno tornare a queste pagine di Lupi con in più tutte le colorazioni della migliore letteratura sud-americana.

Se mi dovessi spostare alla produzione cinematografica citerei per gli stessi motivi “ la casa delle finestre che ridono “ di Pupi Avati del 76 e premiato dalla critica a Cannes. Non sono una citazionista e penso che nessun autore ne venga avvantaggiato ma amo la trasversalità, cosa ben diversa, la riconducibilità del libro, cosa rara ma possibile, ad un processo storico che comunque lo vede partecipe ed insieme autonomo.

Aggiungerei un ultima cosa su Avana Killing.

Gordiano Lupi si forma e accoglie la produzione letteraria come donazione di possibile comunicazione e confronto con il pubblico e la scelta di un testo che uscisse nelle edicole dimostra quanto sia vera questa volontà sempre disvelata di aprire al grosso pubblico la fruizione di un testo che niente ha da invidiare agli altri precedentemente scritti . E’ “letteratura in piazza”, di quando la piazza era l’agorà e dove insieme si discuteva e ci si scambiavano pareri e libere opinioni .

Piazza inesistente a Cuba.

Piatto vuoto da noi che siamo sempre più virtuali e meno “di parola”

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